Coi cesti sulle spalle Passava ogni mattina Piegata dalla vita La povera Giustina
Coi cesti sulle spalle Tornava a tarda sera Silente e solitaria Nella sua veste nera
Avevo sette anni E mi sembrava anziana Pių vecchia dell'ulivo Vicino alla fontana Pero mia madre sempre In fondo alla cucina
Gridava al suo passaggio Saluti a voi Giustina
Sedeva li da sola Davanti alla sua casa E fino a tarda notte La luce stava accesa
Nč figli nč nipoti Soltanto un vecchio cane Col quale divideva I ceci oppure il pane
Avevo sedicianni E la trovavo brutta Come quei rami secchi Che plų non dannofrutta Pero mia madre sempre In fondo alla cucina
Gridava al suo passaggio Saluti a voi Ginstina
Un giorno per la via Lei smise di passare La sera le campane Si misero a suonare
Lei era morta sola A novantinni e un giorno A quell'etā si č soli Anche coi figli intorno
Ed io che avrei compiuto Trentanni a primavera Senti la giovinezza Partire quella sera Non c'era pių mia madre In fondo alla cucina
E allora le gridai Addio Addio Giustina
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